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Sono una mamma in difficoltà con una figlia di 11 anni, cosa posso fare?

domande e risposte > Domande genitori

Antonella - 25/02/07

Domanda: Sono una mamma in difficoltà con una figlia di 11 anni, cosa posso fare?

Gentilissimo, sono la mamma di una bambina di 11 anni.
premetto che mia figlia non è stata mai tranquilla, nel senso che ha sempre fatto fatica ad addormentarsi, a gestirsi i compiti autonomamente, è sempre in movimento etc.
da qualche mese ha cominciato ad avvertire la crescita fisica del proprio corpo (comparsa del bottone mammario, peli pubici) mostrando insicurezza e vergogna.
io gli ho spiegato che è una cosa del tutto normale e di comune accordo abbiamo deciso di andare a fare una chiaccherata con una psicologa.
la dottoressa ha riscontrato ansia, legata soprattutto alle prestazioni in ambito scolastico; infatti da ormai qualche mese il suo rendimento è notevolmente calato.
E' come se si fosse spento qualche bottone.
non gli importa più di un voto negativo, del giudizio dei maestri e poi a casa è veramente difficile gestirla.
sono arrivata al punto di punirla per ogni cosa, bisogna urlare per farle fare i compiti, non riesce ad organizzare il proprio tempo e anche se poi alla fine rimane a studiare il giorno successivo durante le verifiche fa fatica a ricordare e cosi finisce per prendere voti bassi.
so che la situazione è veramente critica, so che mi sta scappando di mano e sinceramente non so cosa fare anche perchè ho altri due figli, uno di 4 anni e uno di 1 anno. hanno esigenze diverse, cerco di concentrarmi su di lei ma non vedo risultati, infine a fine giornata i nervi saltano...!!
che cosa mi consiglia? sarà il caso di farle seguire un percorso psicologico soprattutto per aumentare l'autostima e la sicurezza in se stessa? Voglio cercare di aiutarla adesso in modo da farle vivere bene sia il passaggio alle scuole medie che alla vita adolescenziale.

Per ora la ringrazio veramente tanto e a presto.


Risposta

Sua figlia e lei avete già fatto un passo importantissimo scegliendo di andare da un esperto: avete riconosciuto in voi una difficoltà, un bisogno. E siete quindi già a metà dell'opera.
Nel sociale e nella scuola capita spesso di incontrare genitori che non riconoscono o non sono pienamente consapevoli di eventuali difficoltà personali che stanno attraversando.
Chi opera nel settore sa quanto lavoro è necessario per aiutare gli utenti a sviluppare tale consapevolezza. Atto autoriflessivo necessario per poi costruire insieme un progetto di cambiamento. Ed il fallimento è spesso dietro l'angolo* .
Voi siete quindi già su un'ottima strada.
Ed inoltre, perlomeno una parte del problema, ha anche un nome: ansia. Se di "problema" si dovesse trattare. Lei mi chiede se sia il caso di farle seguire un percorso psicologico per l'autostima e la sicurezza in sè stessa.
Questa domanda, trattandosi l'ansia di una difficoltà psicologica, deve rivolgerla alla collega psicologa che già conosce la situazione e che certamente le suggerirà la migliore strategia sul da farsi.
Per quanto riguarda invece gli aspetti pedagogico-educativi dovrebbe rivolgersi preferibilmente ad un pedagogista. Non bisogna dimenticare l'età di sua figlia. Insicurezza e bassa autostima sono sentimenti ricorrenti nei pre e adolescenti. E ciò in genere è un evento naturale. Salvo complicazioni.
Sul piano pedagogico-comunicativo posso solo dirle che quando i rimproveri e le punizioni vengono continuamente ripetuti, disattesi, perdono di efficacia e autorevolezza. E diventano altro da ciò a cui sono destinati. Per cui sono inutili.
Meglio aumentare le occasioni di ascolto, dialogo, di maggior presenza, di gioco, anche come momenti dedicati (senza altri fratelli o persone). Nel contempo scegliere quali comportamenti meritano realmente di essere sanzionati. E quanto siamo disposti a tollerarli prima di dover intervenire.
Mi auguro, visto che non ne parla, che in questa normale situazione di vita quotidiana non sia sola perchè il suo compito è gravoso e difficile.
Potrei suggerirle di rivolgersi ai servizi socio-educativi del Comune ma non conoscendo le politiche sulla famiglia del suo Ente Locale non posso venirle incontro.
Una scelta, seppur non molto praticata (anche perchè onerosa), sarebbe quella di avvalersi della collaborazione di una educatrice privata (non baby sitter) ,con esperienza, per lavorare insieme. Magari sarebbero sufficienti poche ore settimanali.
Infine, se già non lo ha fatto, cerchi di parlare con le insegnanti di sua figlia per avere qualche elemento di valutazione in più.
La ringrazio per la richiesta sperando di averle dato qualche spunto, di riflessione e pratico, in più.

Buon lavoro.




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