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Sono un insegnante, cosa fare con una bambina che a scuola non parla?

domande e risposte > Domande educatori/insegnanti

Emma - 4 dicembre 2008

Domanda: Sono un insegnante, cosa fare con una bambina che a scuola non parla?

Buongiorno,sono un'insegnante della scuola dell'infanzia. Nella mia sezione è presente una bimba di 4 anni che fin dall'anno scorso ha scelto di comunicare a scuola con il silenzio. Non parla, questa "non-parola" è diventata una seconda pelle che la distingue all'interno del gruppo. Mi sono servita di un espediente narrativo-fantastico per riuscire a riportarle le parole in bocca. Attraverso un rito condiviso con tutti i compagni le è stata donata la "bottiglia delle parole", dentro cui ogni compagno ha soffiato una parolina per lei, affinché potesse berla e parlare. Ha funzionato per 10 giorni, poi,di nuovo il suo mutismo.
Dimostra un'eccessiva fragilità, piange di fronte a qualunque difficoltà anche quelle sicuramente tollerabili. Dal colloquio con entrambi i genitori non si è evinto nulla di significativo per decodificare il problema. Risulta che a casa, al ritorno da scuola, subissa di parole i genitori per ore.
Mi piacerebbe condividere il problema con qualcuno che, magari, ha già vissuto una situazione simile e magari avere qualche consiglio per affrotare la situazione.
Concludo dicendo che da oggi ho detto alla bimba che ero triste per il suo ritorno al silenzio e che comunque avevo voglia di ascoltarla, ma che da quel momento non avrei più insistito. Lei è al centro dell'attenzione d tutti (bambini compresi) da molto tempo. Grazie.


Risposta

Gent.le maestra Emma,
nel mio lavoro ho incontrato in diverse occasioni bambini con questo comportamento che può essere dovuto ad una forma estrema di timidezza o, più frequentemente di quanto si possa pensare, di mutismo selettivo.
In entrambi i casi essere troppo diretti verso la bambina può portare ad un ulteriore peggioramento della situazione; così come con le richieste di parlare. Eviterei inoltre di far pesare alla bambina il suo silenzio facendo leva sul piano affettivo nelle modalità da lei accennate. E' come se ad un bimbo con difficoltà motorie l'insegnante manifestasse la sua tristezza per il fatto di non saper correre.
La strategia della bottiglia andrebbe bene, se e solo se e in egual misura, tutti i bambini venissero coinvolti. Ma, da quanto scritto, mi pare di capire che "l'attenzione" del gruppo è stata centrata solo sulla bambina.
Un approfondimento in sede diagnostica sarebbe necessario per escludere il mutismo selettivo, per il quale occorrono operatori con esperienza specifica, infatti, tale patologia, viene spesso sottovalutata o non riconosciuta. Ad ogni modo, personalmente, cercherei, insieme alla famiglia, di far vedere la bambina presso una delle sedi pubbliche territoriali dell'UONPIA o un centro privato.
Il mutismo selettivo comunque generalmente si risolve nel tempo.

Alcuni links di approfondimento

www.mutismoselettivo.info

Il prisma



Buon lavoro.

16 dicembre 2008

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