Menu principale:
domande e risposte > Domande educatori/insegnanti
Giorgia - 18 maggio 2010
Domanda: Sono un'educatrice e devo fare un progetto a favore di una preadolescente. Quali obiettivi e strategie?
Salve Dott. Contu
sono un'educatrice alle prime armi con i servizi di educativa territoriale, per la prima volta mi è stato offerto un servizio con una minore preadolescente che presenta un lieve ritardo, dovrei aiutarla a livello scolastico perchè è a rischio bocciatura. Ma ciò che è più preoccupante è che viene emarginata dai compagni perchè a loro dire la minore non si lava. Devo fare un progetto ma sono in profonda crisi per la stesura, mi rivolgo a lei per avere dei suggerimenti su obiettivi e metodologie, la prego mi dia una mano lei.
La ringrazio tanto anticipatamente.
Risposta
Salve Giorgia,
Auguri per il suo nuovo incarico. Già in altre occasioni ho ribadito quanto in sede progettuale educativa sia necessario un lavoro di condivisione con tutti gli attori coinvolti nell'intervento (assistente sociale, pedagogista, psicologo, neuropsichiatra infantile, insegnanti, etc.), genitori/tutori e, quando opportuno, con gli stessi minori. Troppo spesso gli educatori che lavorano in questi servizi si ritrovano a dover affrontare una serie di problematicità che necessitano di una collaborazione e di differenti competenze e responsabilità; non tutte, ovviamente, appartenenti alla figura professionale dell'educatore.
Da quanto mi ha scritto pare che il motivo del suo affiancamento alla preadolescente (peraltro piuttosto tardivo visto che siamo alla fine dell'anno) sia principalmente dovuto alla presenza di difficoltà scolastiche , inoltre aggravate da difficoltà di apprendimento. Spesso, per una sorta di "paura", l'inserimento in famiglia di un educatore viene proposto, e così accettato dalla famiglia, grazie alla "scusa" di un sostegno scolastico. Va da sè che, qualora in sede di osservazione e intervento emergessero altre difficoltà (come suppongo nel suo caso) il contratto educativo (tra operatori e famiglia) verrebbe falsato, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero; sino ad arrivare, a volte, ad un vero e proprio blocco operativo.
La sua crisi è naturale e non ritengo dipenda solo da una sua eventuale incapacità o inesperienza ma soprattutto da un mandato scorretto da parte di chi le ha commissionato l'intervento. Obiettivi, strategie, con eventuali specifiche metodologie, sono conseguenti ad una esaustiva e preliminare analisi dei bisogni (educativi, terapeutici, assistenziali, di apprendimento, di socializzazione, etc.) che può essere condotta solo a seguito di una ricognizione condotta assieme a coloro che hanno o dovrebbero avere in cura questa situazione. Pertanto, quando si accetta un incarico, è necessario stabilire con chiarezza quali bisogni richiedono un intervento propriamente educativo e quali, eventualmente, solo di supporto o sensibilizzazione. Cioè sin dall'inizio è necessario sapere, con gli strumenti in proprio possesso, sin dove è possibile arrivare, stabilendo così degli obbiettivi sostenibili e realistici. Gli educatori non sono dei factotum o, peggio ancora dei controllori sociali. Non so se per la sua situazione specifica le sono stato di aiuto ma credo che quanto scritto sia una buona premessa per definire un progetto educativo.
Buon lavoro e a presto.
Se sei interessato su Pedagogica, dal 9/2010, è attivo un corso on line sulla Progettazione educativa
Su Pedagogica: Corso on line (e-learning)
aggiornamento professionale - 20h
La progettazione educativa
Cosa è e come si scrive un progetto educativo?