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Quale è la differenza tra educatore e consulente pedagogico?

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Enrico - 1 Marzo, 2007

Domanda: Quale è la differenza tra educatore e consulente pedagogico?

buongiorno, sono uno studente di scienze dell'educazione. volevo sapere che differenza c'è tra educatore e consulente pedagogico. Grazie.

Risposta

Salve. Premetto che quanto segue è solo una opinione personale in merito. E per una definizione più precisa si rimanda alle associazioni di categoria.
Prima di proseguire le suggerisco di leggere la risposta data ad un'educatrice su Tesi sul Consulente Pedagogico e quà e là nel forum.
Da anni si discute su cosa si intenda con il termine educatore e della eventuale distinzione dai pedagogisti. Piero Bertolini sosteneva* che così come Medicina forma medici, Scienze dell'Educazione formerà educatori. La radice culturale in pratica è la stessa.
Tutti siamo educatori.
A tal proposito sono presenti in parlamento, fermi da anni, diverse proposte e disegni di legge. Una rapida lettura potrebbe aiutarla. Per gli educatori può trovare un approfondimento sul sito dell' ANEP.

Fatta questa necessaria premessa il consulente è un professionista a cui ci si rivolge per pareri e chiarimenti relativi a un determinanto ambito di interessi: c. legale, tributario.
Nel nostro caso l'ambito è la dimensione pedagogica, la formazione, l'educazione.
Nella mia esperienza professionale ho avuto modo di osservare che gli educatori** sono operatori che, costruendo una relazione educativa significativa con l'educando, favoriscono il cambiamento su un piano formativo globale, agendo prevalentemente nell'ambiente dell'educando e con l'educando stesso.
La dimensione operativa, si confronta continuamente con la dimensione teoretica più immediata alla prassi, al fare.
Un concetto simile lo ritroviamo a scuola nella differenza tra didattica e didassi.
Questa dimensione teorica e progettuale che, ripeto, è molto vicina alla concretezza*** per ovvii motivi operativi, possiede una componente metariflessiva, uno spazio logico-formale (cognitivo e mentale) poggiato sul linguaggio, costantemente attento alle letture in chiave pedagogica.
E' su questo, credo, debba concentrarsi l'attenzione dell'educatore in fase progettuale o ri-progettuale.
E qui che entra in gioco l'importanza della consulenza pedagogica che cura ciò che ruota attorno alla progettazione educativa e operativa.
La consulenza pedagogica può essere intesa come spazio dedicato per curare (non in senso terapeutico) e migliorare la propria capacità meta riflessiva/progettuale educativa.
Il momento operativo si nutre di idee. E tali idee possono essere valorizzate in un certo setting, all'interno di una logica e coerenza pedagogica.
Comunque, nella sostanza, a mio avviso (e non solo) non c'è nessuna differenza. Essendo l'educatore laureato un esperto, nulla gli impedirebbe di essere anche consulente. Educativo o Pedagogico?

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* Nel periodo di transizione in cui il Magistero lasciava il posto a Scienze della Formazione.

** Sono operatori che lavorano presso le famiglie, nelle comunità (per minori, tossicodipendenti, pazienti psichiatrici, etc.) nelle carceri, nella scuola, in strada, etc. In genere molto motivati e, necessariamente, devono mettere in gioco se stessi su un piano anche etico. E' un lavoro difficile, spesso condotto in modo isolato (senza èquipe multidisciplinare), mal retribuito e precario e non di rado vissuto, ad esempio dalla famiglia, come corpo estraneo.

*** Le categorie concettuali aiutano a comprendere meglio quanto su esposto.

Riflessioni a piè di pagina. Oggi tutti possono occuparsi e parlare di educazione e questo non è in sè fatto negativo. Tutti si ritengono, in una misura o in un altra, esperti. Ma la scarsa presenza e visibilità di chi l'educazione la produce tutti i giorni si sente. Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Basti pensare alla tv difronte alle necessità educative (spesso trasversali a diversi argomenti) dove tutti propongono soluzioni e fanno alte riflessioni: gente comune, presentatori, giornalisti, psicologi, medici, scienziati. Raramente in tv si vedono pedagogisti ed educatori (laici) fare altrettanto. Salvo rare comparse di qualche noto prete educatore cattolico. Tutti fuorchè chi l'educazione la produce tutti i giorni nella scuola e nel territorio (ivi inclusa la famiglia). Forse perchè così facendo verrebbero necessariamente alla luce, le gravi responsabilità politiche che ha lo stato in questo ambito. Politiche sociali e politiche educative sono strettamente correlate.


4 marzo 2007

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